domenica 16 novembre 2008

Carl Tanzler

Ti diedero gentili alle mie cure,
Ed eri bella, intelligente, e dolce,
E le tue sensazioni erano pure.
Non sai quanto mi molce
Il cuore di non essere riuscito
A guarir la malattia
Che tanta gente mi ha portato via;
Pure mai è finito
Quel sentimento giunto come un'onda
Partendo dai tuoi occhi,
E non è proprio il caso ch'io nasconda
Come la freccia scocchi.

Coinvolti in frenesia di medicine
Senza sosta eravamo,
Cercando tra boccette cristalline
Comunque speravamo
D'un rimedio ritrovare al tuo male.
Eppure a nulla vale,
Perché ben sai come io non riposi,
Giacché moristi di tubercolosi.
E mi sentivo reo,
Per il tuo corpo feci un mausoleo.
Venirti a visitare
Mi diceva ch'ancor sapevo amare.

E poi ti portai a casa,
Credetti che tu viva fossi evasa
Dal Regno di Plutone,
Fuggita in volo sopra un aquilone;
Euridice tornata
Dall'Orfeo che non l'aveva curata.
Ma ancora non si spezza
Il bisogno di farti una carezza,
E non compio mendacio
Se le tue labbra tocco col mio bacio.
Gentilezza di cuore
Si trova sempre se si esprime amore.

Mia bambola di pezza,
Per te ho costruito un guardaroba.
Non ti fan tenerezza
Tutti quei vestiti e quella roba
Che sol per te ho raccolto
Per quegli anni che il Fato ti ha tolto?
Ma mi ergo più forte del Destino,
E sempre a te mi troverai vicino.

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