A SCHOPENHAUER
A te che fin dai banchi del Liceo,
Volesti ispirare la mia vita,
Il quotidiano mio ed il mio avvenire,
Per ogni cosa che da te ho tratto.
Lo sguardo sulla pagina bianca
Che segna il termine dei tuoi Parerga,
Trattengo le lacrime che segnano
Il confine oltre il quale più non leggerò
La tua filosofia.
Tu ultimo Cataro, tu saggio,
Tu Perfetto, tu maestro,
Tu Mago e sacerdote
Dell'umana Volontà.
A te il mio plauso, a te il mio pianto,
A te la mia fiducia ed il mio affetto,
A te tutto ciò del mio tempo
Ti appartiene.
E come l'uomo che da Cadice venne
Per vedere il volto dello storico romano,
Così anch'io avrei voluto a Francoforte
Raggiungerti e vederti di persona.
Ma più di un secolo passò
Dalla tua morte.
E mi rimangono i tuoi
Onorati libri riposti
Come gioielli e pietre rare,
I più bei ornamenti
Dello spirito umano.
Soprattutto in me
Il tuo insegnamento, la tua vita,
Ed il tuo esempio,
Coronamento della Volontà.
E sopra di me,
La rappresentazione vivente
Del cielo stellato.
Per questo credo
Che se il destino
E la fortuna che spesso
Si dimostra avversa,
Me lo permetteranno,
Il mio pellegrinaggio sarà,
Quando che sia,
Al tuo sepolcro.
Addio maestro nobile
Della potenza dell'animo,
Della saggezza immutabile,
Addio!
Non più sulle tue righe
Passerà mai il mio sguardo,
Ma sempre e in ogni luogo,
La mia condotta
Sarà ispirata a te.
lunedì 10 novembre 2008
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento