La storia della Magia inizia con il paleolitico, ma forse anche prima,
e con la storia dell'uomo, durante la quale vediamo operazioni
sciamaniche di varia natura fatte non solo per guarire dalle malattie,
ma anche per propiziare la caccia ( grotte di Lascaux, etc. ), e per
varie altre ragioni.
Coll'insorgere della civiltà, vediamo una bassa magia propria dei ceti
popolari, consistente nello spalmare magari un unguento alle erbe,
recitando però contemporaneamente una litania per favorire l'effetto
guaritore, ed una alta, corrispondente al ceto sacerdotale,
consistente in un misto di tecnologia ed operazioni sacerdotali
finalizzate al culto degli Dèi, come vediamo, in diversa forma, presso
i Sumeri come i Maya, i Romani come gli Aztechi, etc.
Un discorso diverso va fatto per la Grecia, in cui, riferendoci in
particolare ad Atene e alle città confederate, vediamo i sacerdoti
perdere sempre maggiore prestigio, e la Magia sostituita dalla
filosofia, la quale però ne riprende e ne spiega in concetti. La
filosofia eraclitea è infatti avvicinabile a quanto in Cina diventerà
il Taoismo, a sua volta consistente in un'ottica filosofica magica,
mentre quella platonica prende le mosse dai culti egizi, e li utilizza
per la fondazione di una morale la quale, in ultimo, non è che una
riesposizione di antichi testi egizi ( istruzione di Menkaure, etc. ),
e che rientrerà per la gran parte nelle formule del cristianesimo,
assieme a passaggi neoplatonici e gnostici. La geometria sacra di
Platone, infatti ( " non entri chi non sa di geometria " ), è una
ripresa dei fondamenti spirituali della religione egizia ( si veda, a
tale proposito, il platonico " Protagora " ), e verrà ripresa in
seguito proprio negli scritti magici.
Per motivi di brevità, si sono saltate rispondenze legate al
Pitagorismo, al Buddhismo del Grande e del Piccolo Veicolo, alle
numerose aperture sulla Magia presenti nei Vangeli, etc.
Questi concetti verranno riformulati in seguito per quanto riguarda la
natura spirituale, nelle dottrine neoplatoniche, il cui massimo
artefice fu proprio Plotino, dietro la maschera della cui " Anima
mundi " possiamo riscontrare infatti le trame del Velo di Iside, ed
anche queste si sviluperanno in un contesto di contrasti filosofici
tra il nascente cristianesimo, il culto di Cibele, lo gnosticismo,
secondo un clima di scontri filosofici che turberà l'Impero ( perché
una volta la filosofia influiva sulla vita quotidiana, eccome! ) e
porterà alla fondazione, da parte di Costantino e quindi di Teodosio,
di una religione di Stato imposta, si può dire, con la forza laddove
non fosse stata sufficiente la persuasione ( fenomeno che si
ripercuoterà nei secoli e che si estinguerà soltanto con gli ultimi
fuochi dei roghi ).
Le dottrine platoniche e neoplatoniche troveranno invece il loro
specchio biografico nell'opera di Plutarco, il quale non solo scrisse
molte opere dottrinali, ma anche nelle sue " Vite parallele " indicò
nella storia le virtù, ma anche i difetti, tipiche dei Pagani e del
Paganesimo.
Dopo la decadenza della cultura filosofica, limitandoci all'occidente,
causata dall'incapacità dei Romani di formularne i concetti ( unico
grande filosofo fu Seneca, che in realtà conciliò il movimento
epicureo con quello stoico, e cioé due filosofie peculiarmente
greche ), vedremo che le pratiche magiche in ogni caso dovettero
essere molto diffuse tra il ceto sacerdotale, se è vero che Tommaso
d'Aquino bandì dalla Chiesa le formule della mnemotecnica ( notizia
tratta da Frances Yeates, L'arte della memoria, Ed. Einaudi ), e
costruì il proprio sistema, come sapete una Summa delle opere
precedenti, e non un'opera originale, proprio allo scopo di tornare ad
imporre un ordine nel Caos. La Scolastica inoltre si occupò per secoli
di Angeli e Demoni, e di materie conseguenti.
Il Rinascimento è invece un argomento talmente permeato di Magia che
sicuramente non se ne potrà parlare qui, tolto il caso particolarmente
complesso e intricato di Leonardo da Vinci, citare nomi come Marsilio
Ficino, Giulio Camillo, Pico della Mirandola, Giordano Bruno,
dovrebbero essere sufficienti, per non considerare che come Leonardo,
così Leon Battista Alberti si dedicarono ad una narrazione esoterica
come la fiaba.
Il debito della chimica moderna verso l'alchimia è ben noto, così in
generale del pensiero scientifico verso quello magico, inoltre, mentre
Immanuel Kant lascia adito ad un sospetto di panteismo ( il suo " il
cielo stellato sopra di me, la legge morale in me " è celeberrimo,
perchè lo fa scrivere sulla sua tomba? il cielo stellato è
massimamente sopra il suo sepolcro, e non sopra di lui, mentre la
legge morale si estingue dopo la morte, infatti, se il pensiero non
fosse necessariamente panteistico, verrebbe o ricompensato per i suoi
meriti, oppure punito per le sue colpe, almeno da un punto di vista
occidentale ), questo sospetto fu afferrato al volo da Schopenhauer
che, come sa chiunque abbia compulsato i Parerga, scrisse la sua
filosofia esclusivamente allo scopo di giustificare il fenomeno
magico. In un''ottica affine a quella di Schopenhauer si muovono
anche, in Italia, il goriziano Carlo Michelstaedter, nonché Giacomo
Leopardi, come ho dimostrato nel mio post su it.arti.poesia: " Giacomo
Leopardi, poeta o sacerdote della Dèa? " Non diversamente Nietzsche,
in cui la Volontà Schopenhaueriana diventa una più incisiva Volontà di
potenza, mentre l'Oltreuomo non è altro che il raggiungimento di uno
status previsto da secoli dalla dottrina magica.
Si potrebbero citare anche molti altri nomi più recenti, nonché Ordini
di enorme portata come l'Ordine Ermetico della Golden Dawn o la
Thelema di Aleister Crowley ( fondata, tra l'altro, proprio qui in
Italia, a Cefalù ), ma occorre aggiungere che il percorso più
accademicamente filosofico perde di intensità allo scadere dell''800,
laddove comincia per lo più a parlarsi di opera letteraria ( Howard
Phillips Lovecraft ), o addirittura
musicale ( R. Strauss, Also spracht Zarathustra ).
Mi si perdoni l'inserimento, in questo catalogo filosofico, di un nome
non ortodosso come quello di Helena Petrovna Blavatsky, non solo per
la maestà dell'impegno svolto, ma anche per la chiarezza e la maturità
filologica dei contenuti.
Ancora per motivi di brevità si omette di dimostrare come la
psicanalisi junghiana non sia che una riespressione ed una nuova
riformulazione del platonismo e del neoplatonismo.
Ritengo con ciò mostrato che la Magia è, di fatto ed assolutamente,
una branca integrante, importante, e fondamentale delle discipline
filosofiche.
mercoledì 12 novembre 2008
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