domenica 16 novembre 2008

Poesia contemporanea? Un'autentica fregatura

Questo post si occuperà di demolire una volta per tutte la concezione
stessa di poesia " contemporanea ".
Innanzitutto, la poesia contemporanea si regola sulla posizione degli
accenti: è una novità? No, assolutamente, è qualcosa che viene ripreso
dai grandi classici latini e greci, ma la differenza è che i risultati
straordinari di questi autori si basavano sulla brevità o lunghezza
delle sillabe: è per questo che, se affianchiamo un Montale a, chessò,
un Catullo ( ma non parliamo di Saffo, per carità! Lasciamola a
riposare nell'Olimpo ), o ad un Teocrito, ad es. proviamo una
sensazione di perdita e di smarrimento. Nei classici latini e greci
c'è l'arrosto, nei contemporanei è rimasto il fumo.
I segni d'interpunzione, e di altro genere, sparpagliati in tutti i
modi, quasi con una sensazione di casualità, nel bel mezzo del testo,
non hanno nulla a che fare con l'uso emblematico e simbolico che di
questi facevano gli antichi: un'esempio: in una sola poesia, Saffo va
molto spesso a capo. Perché? Perché è commossa, sta singhiozzando,
creando uno dei più straordinari e meravigliosi effetti poetici mai
raggiunti, ancora adesso rimasto inimitato.
Inoltre, i contemporanei si vantano tanto della concisione dei loro
scritti, dell'espressiva potenza dei loro versi, qualora siano pochi,
pochi, il meno possibile. E con ciò? I samurai, orgogliosi
aristocratici e coraggiosi guerrieri, di una raffinatezza tale da
abbandonare le spade davanti alla Sala del Thé, scrivevano Haiku e
Tanka, melodiose poesie molto brevi, che, per di più, erano sempre o
molto spesso armonizzate con i ritmi naturali, creando un preciso
rapporto Uomo-Cosmo.
L'abbandono della rima, inoltre, e dei termini arcaici che anche la
permettono, e di cui, oggi, chiunque voglia fare poesia dovrebbe
vergognarsi, ha fatto sì che questo sfacelo fosse completo: primo
responsabile di questa realtà è il Premio Nobel, la mia opinione sul
quale è lasciata all'immaginazione del lettore.
M'incuriosirebbe sapere se esiste qualcosa del genere anche nella
Scienza, di cui, purtroppo, non mi occupo, ma se pensiamo alla
gigantesca truffa fatta con il primo sbarco sulla Luna, verrebbe da
pensare...Nel frattempo, mentre io vengo accusato di Satanismo,
migliaia di persone muoiono in guerre di tutti i tipi, milioni di
animali vengono abusati, torturati, e vivisezionati per soddisfare i
nostri vizi, ed il pianeta muore sotto il martello dell'uomo: se
schierarsi contro tutto questo vuol dire essere Satanisti, ebbene, io
sono Satanista, e ne sono orgoglioso.
E le fiabe poetiche, e i racconti poetici, e la narrazione poetica
epico-mitologica? Tutto da buttare nel riciclo carta. Adesso siamo
arrivati noi!
Con tanti saluti a Mme. de Stalla che, nei suoi salotti, sputava
sull'antichità e spingeva verso dei nuovi orizzonti dei quali, ormai,
abbiamo saputo anche troppo.

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