Ci presentiamo per
Quello che abbiamo;
A volte è un sorriso
O una carezza,
Altre un digrigno
O un gesto astioso,
Più spesso una qualche
Ricchezza,
Raccolta in mezzo ad ansie
Tra le fatiche quotidiane,
O qualche sparpagliato
Granello di conoscenza,
Attinto con un secchio bucato
Presso i pozzi fangosi
Della speranza giovanile.
Ci presentiamo per
Quello che abbiamo;
Agli altri al cielo alle stelle alla terra,
Sforzandoci sempre
Di dare una favorevole impressione
Di noi,
Che per lo più
Non viene accolta.
E poi la sera
Di fronte a uno specchio
Incrinato o cesellato in oro,
Ci confrontiamo
Pervasi di un dolore
Fisico e morale,
Con la miserasemplicefragile
Nudità
Del nostro corpo.
lunedì 10 novembre 2008
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