lunedì 10 novembre 2008

Il giorno più tetro

In lontananza s'agita la sponda
Di vesti nere come dalla sabbia
Si muovon grani al vertice dell'onda,
E senti un po' paura ed un po' rabbia;
Il battito del cuore
Aumenta piano e stringe le tue vene
Nel morso del dolore,
E non t'accorgi quasi di che avviene.
E' l'urlo del sergente,
Che ti richiama a quell'incubo nero.
Ma il tuo sguardo è assente,

Vorresti quasi che non fosse vero.
Le torri oscure son sempre più grandi.
- Ostacoli per inciampare il passo,
Ognuno è come un masso. -
Una preghiera inconsciamente mandi,
Ma non sarà ascoltata,
Ché verso il cielo invano se n'è andata,
E pensi solo adesso,
Alla famiglia che ti aspetta a casa,
Sai che non sarà invasa
La patria a cui pensi molto spesso.

Risuona dalla riva la mitraglia,
I colpi dentro il mare
Disegnano una striscia che si staglia,
Solo per ammazzare.
E quando arriva la nave da sbarco
Su quella terra ch'è la Normandia,
Tu sei di armi carco,
Eppure sai che non ne andrai più via;
E' questo il tuo destino,
Morire in uno squallido mattino,
Per d'altri liberar la dolce terra,

Morendo nella guerra.
Dalla tua nave salti ad un comando,
E la Francia ammirando,
Un proiettile entra nel tuo sangue,
Subito cadi esangue,
Corre da te il medico da campo,
Anche per lui non ci sarà più scampo.

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