mercoledì 12 novembre 2008

Che cos'è il Neopaganesimo

La principale differenza tra i culti monoteistici ed il
riemergente politeismo ( questo specialmente in America ), consiste
nell'assenza nei primi di una Provvidenza Salvifica, la quale fa sì
che, secondo criteri religiosi, si ritorni ad un concetto di destino
quasi immutabile, il quale, conseguentemente, può essere divinato.
Ho aggiunto il quasi, perché parlare di destino immutabile non è
propriamente corretto, sarebbe più opportuno parlare di destino
parzialmente mutevole, e cioè ci si muove secondo un criterio di
limitatissimi futuri possibili ( laddove rientra come fattore anche la
nostra personalità, importante è infatti per il praticante tracciare
al più presto il proprio tema natale astrologico ) nei quali
l'aderente cerca di muoversi secondo i migliori dei suoi mezzi
personali, ed attraverso la pratica di strumenti di divinazione come i
tarocchi, l'astrologia oraria, etc. Ma anche con mezzi magici come
talismani, rituali, e simili. La prima operazione da compiere da parte
del praticante è comunque il più assoluto riconoscimento della sua
situazione e dei suoi limiti, come personali, così sociali.
La pratica può essere solitaria o di congrega, io aderisco alla prima
categoria, che, conseguentemente, fa di me un sacerdote: anche nelle
congreghe, infatti, i sacerdoti non sono stabili, ma tutti gli
aderenti partecipano di un corso di studi attraverso il quale potranno
accedere alla carica sacerdotale, che, conseguentemente, funziona a
rotazione.
Oggetto di culto nel neopaganesimo sono gli Dèi, che si configurano
come le massime forze attinenti al funzionamento della Natura, ma
anche, in luogo di grande importanza, ma con funzioni diverse, e
quindi " minori ", entità come Fate, Ondine, Gnomi etc. ritenute come
realmente esistenti ( i più razionalisti le concepiscono come forze
naturali ). Essendo queste entità presenti sia all'interno che
all'esterno dell'uomo, ma in modo diverso, secondo principi
qabbalistici, molti aderenti aderiscono specialmente alla filosofia
junghiana.
Dunque fin qui metodiche ed oggetto del culto, passiamo all'etica, che
è molto semplice.
Il primo punto è il Wiccan Rede, che può essere espresso così: -
Finché non danneggi nessuno, fa' ciò che vuoi. - E' il corrispondente
della regola d'oro di tutte le religioni, ed insiste affinché lo
stesso praticante non danneggi neanche sé stesso ( ad es. dedicandosi
al gioco o alle droghe, con una guida pericolosa, etc. ) danneggiando
quindi contemporaneamente, e necessariamente, anche altri. Infatti se
si infligge un danno a sé stessi anche altri, più o meno direttamente,
ne verranno coinvolti.
Il secondo punto è la regola del tre, che prevede, per sua natura, la
reincarnazione: - Ciò che fai ti ritorna tre volte. - Ossia, il
praticante sa che, a prescindere dalla sua condotta morale, se farà
del bene questo gli sarà restituito, ma che se farà del male, anche
questo gli verrà restituito parimenti, ma entrambe le cose con potenza
tre volte più intensa. Questo è inteso non come un dogma, ma come una
regola naturale.
Importantissimo è inoltre un rapporto " economico " con il mondo
naturale basato sul reale bisogno e non sul superfluo ( molti wiccan
si fanno vegetariani o addirittura vegani, io su questo comunque non
sono d'accordo ).
Naturalmente esiste un grande rispetto ed una profonda considerazione
per gli altri culti: gli wiccan si impegnano infatti nella lettura
della Bibbia, del Corano, ma anche del Talmud o della Teologia
Scolastica o sui testi religiosi del Buddhismo, etc. Il neopagano
dovrebbe di fatto essere una specialista in materia di religioni
comparate.
Non esiste nella Wicca un vero e proprio Oltremondo, il Neopaganesimo
infatti invita ad amare la terra ed i suoi doni, ma vi si trova invece
una " Terra dell'Estate ", concepita quasi come un campo di riposo tra
una reincarnazione e l'altra, che saranno più o meno favorevoli, a
seconda del comportamento etico tenuto nelle precedenti.

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