Si sprigiona dai ceppi del silenzio
Una nuova navata di emozioni,
Romban tuoni dall'eco delle stelle,
Spezzando le catene del pensiero,
Infrangendo il monologo interiore;
Si sprigionano fiamme dalle canne:
Un eroico furore senza posa,
E' l'orecchio che par quasi aggredito,
Da codesta melodica sua prosa.
Suona organista, suona e non fermarti,
I tuoi arabeschi nell'oscurità,
Tappeti intessuti nello spazio,
Che cucisti con le sonorità;
E mi par di volare tra le guglie
D'un oriente che leggi tra le fiabe,
Ed ogni suono è un genio che si leva
Dalla lampada che hai nella tastiera,
E sfreghi con le piane argentee dita.
Così mi affido alla melodia,
Che in me presente, non andrà più via.
lunedì 10 novembre 2008
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